Resistenza agli antibiotici: vero o falso?

Le risposte giuste sull’utilizzo corretto degli antibiotici.

FALSO: Gli antibiotici sono medicamenti (ottenibili solo su prescrizione medica) che uccidono i batteri o ne impediscono la crescita. Non hanno alcun effetto sulle infezioni provocate da virus (p.es. influenza, raffreddori, o la maggior parte dei disturbi gastrointestinali). Gli antibiotici sono inefficaci anche nei confronti di malattie fungine o di infezioni da parassiti, come la malaria.
FALSO: Gli antibiotici sono inefficaci nei confronti dei virus. I raffreddori e le influenze sono causati da virus.
VERO: Un antibiotico è un’arma che si indebolisce quanto più la utilizziamo. Bisognerebbe quindi evitare di assumere questi medicamenti così preziosi se non sono indicati. Ogni volta che vengono assunti antibiotici, i batteri capaci di resistere alla loro azione sopravvivono e approfittano dell’eliminazione dei batteri sensibili agli antibiotici per proliferare.
FALSO: Non sono le persone a diventare resistenti agli antibiotici, bensì i batteri. I batteri resistenti si possono moltiplicare ed essere trasmessi da una persona all’altra o, vicendevolmente, tra persone e animali. Possono ostacolare il trattamento di un’infezione, prolungarlo o, nella peggiore delle ipotesi, invalidarlo.
VERO: In Svizzera, l’ordinanza sui medicamenti per uso veterinario proibisce dal 1999 l’utilizzo di antibiotici per stimolare la crescita degli animali. Questo divieto è in vigore anche nell’Unione europea dal 2006.
VERO: Gli antibiotici non vengono eliminati nel nostro corpo. Nell’ambito del nostro processo metabolico, parte di essi si riversa nelle acque di scarico passando per il WC. In pratica, nemmeno gli impianti di depurazione rimuovono queste sostanze, che pertanto confluiscono direttamente nelle acque.
VERO: Gli antibiotici aiutano a trattare le nostre infezioni. Sono sostanze biologicamente attive. Tuttavia, questo effetto antibiotico, auspicato in caso di malattia, si esplica anche negli organismi viventi naturali presenti nei corsi d’acqua. Soprattutto se uniti ai residui di altre sostanze chimiche provenienti dalle acque di scarico comunali, possono nuocere ai pesci e agli altri organismi acquatici.
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